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PERCORSI

BAMBINI


L’Italia detiene il triste primato di obesità infantile in Europa nonostante sia la patria della dieta mediterranea, oggi ben conosciuta ma sempre meno messa in pratica. E’ un’evidenza scientifica il fatto che l'obesità nell’infanzia e in adolescenza costituisce un fattore di rischio per malattie cardiovascolari in età adulta, nonostante la successiva normalizzazione del peso. La prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari dovrebbe iniziare precocemente, già in età scolare, in modo da costruire una "coscienza nutrizionale" e una "memoria alimentare" durevoli nel tempo.

 

Le cause di questo fenomeno sono molteplici:
- dieta scorretta
- junk food o cibo spazzatura
- sedentarietà
- modelli pubblicitari
- stile di vita
- perdita di tradizioni e identità locali

Tra i principali fattori correlati all’instaurarsi dell’obesità infantile, la genetica è senza dubbio uno dei più importanti. Tuttavia anche i fattori ambientali possono essere responsabili dello sviluppo dell’obesità. In quanto modificabili, questi fattori devono essere attentamente conosciuti e valutati per attuare efficaci strategie di prevenzione.
La dieta è il principale fattore ambientale.
L’alimentazione rappresenta quindi la prima tappa di ogni intervento preventivo. Alimentazione in senso preventivo significa il raggiungimento di un buon equilibrio nutrizionale con alimenti naturali.

CARATTERISTICHE DELL'ALIMENTAZINE DEL BAMBINO OBESO


L’alimentazione ha un ruolo sicuramente rilevante nello sviluppo dell’obesità essenziale. E’ importante rilevare che la maggior parte dei bambini e dei ragazzi anche normopeso fa errori nutrizionali. Gli obesi oltre agli errori più diffusi, comuni a tutta la popolazione pediatrica, presentano altri comportamenti scorretti che pregiudicano ulteriormente il difficile equilibrio tra calorie ingerite e spesa energetica.

I principali comportamenti scorretti si traducono in:

  • eccessiva assunzione di cibo rispetto al consumo calorico (vita troppo sedentaria)
  • mancata assunzione della prima colazione (i bambini che effettuano la prima colazione tendono comunque a mangiare poco al mattino)
  • tendenza ad assumere alimenti preferibilmente nel pomeriggio e alla sera e spesso non in occasione dei pasti principali
  • tendenza a fare tanti spuntini nel pomeriggio e la sera
  • scarso apporto di cereali integrali, legumi, pesce, fibra alimentare, verdura e frutta di stagione
  • elevato apporto di zuccheri ad alto indice glicemico (patate, prodotti da forno, cereali raffinati) salumi e formaggi
  • consumo di cibi liquidi (succhi di frutta e bevande zuccherate) o particolarmente cremosi che non richiedono la masticazione (dolci, budini, brioche)

TERAPIA


Nei primi anni di vita è essenziale il coinvolgimento dei genitori a cui occorre fornire un’adeguata educazione alimentare, strumento indispensabile per l’impostazione non solo di un controllato apporto di nutrienti, ma anche di una giusta distribuzione calorica nella giornata.
L’intervento educativo successivamente deve rivolgersi direttamente al bambino in modo da renderlo protagonista ed in grado di effettuare una scelta personale motivata.
E’ utile sottolineare, inoltre, che le preferenze non sono innate ma sono il risultato di un processo di apprendimento e quindi è possibile indirizzarle. In tal senso è opportuno informare i genitori che si può aumentare il gradimento di nuovi cibi con un’offerta ripetuta in un contesto sociale favorevole e che i ragazzi mangiano più facilmente un cibo se anche un adulto lo fa.